Ogni anno tre persone vengono sepolte a Milano sotto una lapide senza nome, sono morti che nessuno ha reclamato, a cui nessuno ha fatto il funerale, sono sconosciuti che qualcuno forse sta cercando da un’altra parte, sono fantasmi. C’è una donna che non si rassegna all’idea che nessuno li possa piangere, che pensa che l’identità sia un diritto finale che deve essere assicurato a tutti. Si chiama Cristina Cattaneo, è professoressa ordinaria di medicina legale all’università di Milano e grazie al suo lavoro i sepolti senza nome sono solo tre, perché a morire in solitudine, senza documenti, sono molti di più, almeno una ventina all’anno. Ma un lavoro investigativo straordinario, fatto in un piccolo laboratorio vicino all’obitorio di Milano, restituisce un nome, un cognome e una storia a queste persone.
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