L’Unione europea ha deciso di agire contro la cosiddetta «fast fashion»: capi creati in pochissimo tempo a spese dell’ambiente e dei lavoratori a basso costo, con materiali scadenti che si rovinano in fretta, per poi finire bruciati o in discariche di Paesi come Kenya, Ghana e Senegal. Valeria Sforzini spiega perché potrebbe essere l’inizio di una rivoluzione, mentre Silvia Gambi anticipa in che modo dovremo cambiare il nostro modo di fare shopping.
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