1995. In una spoglia stanza del tribunale di Aosta, due giovani procuratori stanno interrogando un uomo dai modi molto gentili e collaborativi. Si chiama Andrea Matteucci, ha poco più di trent’anni ed è accusato di omicidio. Con grande flemma, l’uomo racconta tutti i dettagli dei delitti che ha commesso negli anni e trascina i magistrati in un quadro di violenza e depravazione, a stretto contatto con i meccanismi malati della sua mente e con le ferite profonde che hanno segnato la sua adolescenza infernale.
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