No, non mi sono sbagliato: la "t" è una soltanto. Ci stiamo imbrutendo a forza di notizie che si susseguono e di condivisioni e like sui social come se piovesse, anzi… molto di più. Ma anche a stare a casa si rischia di imbrutirsi. E dopo tanti anni di procedure, burocrazia, protocolli e automazione, scopriamo di avere odori, desideri… che abbiamo smesso di guardare e stare insieme a chi ci è vicino a partire proprio da quell'essere umano che ognuno di noi è ma che ci eravamo abituati a farlo descrivere da un'altro, un collega, un'amica... o da un luogo, l'ufficio o la squadra sportiva. Stare insieme con noi stessi non lo facciamo nemmeno in ferie (anzi, lì meno che mai). E così, anche se mi sta passando la voglia di fare tutto ciò quasi fosse un obbligo, forse vale proprio la pena documentare questa transizione ampiamente annunciata, almeno per me, di cui i più sembrano non stare accorgendosene, intenti come sono a concentrarsi sul nemico, sull'esterno, lo straniero, questa volta in forma di virus aggressore. Alcuni quadretti umani per interrompere l'aritmetica della cronaca: il #cronavirus
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