ITALIANO BELLO • Storie e letture in italiano
Education:Language Learning
CAPITOLO 3
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Rimase lì qualche minuto ad osservare le persone che passavano e le altre bancarelle. Una casetta all’angolo attirò la sua attenzione: era piena di zucche. Finalmente qualcosa che mi piace! pensò Fiona felice e si avvicinò. L’insegna recitava Il tempio delle zucche. In effetti, più che una casetta, sembrava una piccola chiesa. Fuori c’erano molte zucche, tutte con le facce intagliate. Fiona entrò incuriosita e rimase colpita da quello che vide. C’erano tanti piccoli altari decorati con preziosi oggetti dorati e molte candele. Al centro di ogni altare si trovava una bellissima zucca, ognuna con una faccia diversa e lavorata con grande maestria. Sembrava quasi un luogo sacro.
Ma per quanto le piacessero, Fiona non era interessata ad averne una intagliata. In fondo, che cosa se ne faceva? Dopo pochi giorni avrebbe dovuto buttarla via. Però pensò che fosse una buona idea comprarne una da mangiare. Forse vendevano zucche speciali e particolarmente deliziose.
«Posso aiutarti?» disse una voce. Dall’ombra uscì un fauno. Fiona rimase per un attimo a bocca aperta. Il ragazzo aveva i capelli castani e spettinati, le orecchie a punta e il torso nudo (ma non aveva freddo?), ma le sue gambe erano pelose e terminavano con degli zoccoli.
«C-cerco una zucca» balbettò Fiona imbarazzata.
«Allora sei nel posto giusto» commentò lui con un sorriso smagliante. «Che zucca cerchi? Grande o piccola? Sorridente o spaventosa?» chiese indicando le varie zucche.
Più Fiona osservava quelle zucche e più le sembravano… vive. Ebbe addirittura l’impressione che una le fece l’occhiolino. Distolse velocemente lo sguardo.
«Ne cerco una piccola, non intagliata, da mangiare. Avete qualcosa di speciale?»
Il suo sguardo gentile si indurì all’istante, il suo sorriso scomparve. Fiona deglutì intimorita. Ho detto qualcosa di sbagliato?
Senza dire una parola andò nella stanza sul retro e tornò con una zucca non intagliata.
«Ecco, prendi questa» disse porgendole la zucca senza sorridere.
Fiona afferrò la zucca a disagio.
«E-ecco, io… ci ho ripensato, non voglio comprare nessuna zucca…» balbettò Fiona cercando di restituirgli la zucca, ma lui non la voleva.
«Tienila. Portala a casa» disse, poi si voltò per andarsene.
«Aspetta, dove vai? Quanto ti devo?»
«Niente. Offre la casa» rispose lui, e poi scomparve.
Fiona se ne andò in fretta portandosi con sé la zucca e raggiunse la boutique di vestiti, dove Emma la stava aspettando.
«Pensavo volessi uscire a prendere solo un po’ d’aria!» esclamò lei quando la vide. Sembrava arrabbiata e sollevata allo stesso tempo. «Mi stavo preoccupando!»
«Scusami» rispose Fiona. «Ho visto quella casetta laggiù e ho pensato di dare un’occhiata.»
Emma le sorrise. «Nessun problema. Vedo che hai comprato qualcosa.»
«Sì, beh…» comprato non era esattamente corretto, ma non aveva voglia di parlarle di quello strano incontro. «E tu non hai comprato nessun costume?» chiese invece per cambiare discorso. Emma non aveva nessun sacchetto in mano.
«No, alla fine ho pensato che non ne avevo bisogno. E poi erano carissimi» disse scuotendo la testa.
«Bene, andiamo a casa? Si sta facendo tardi e sono un po’ stanca» disse Fiona. In realtà non si sentiva stanca, ma non aveva voglia di rimanere in quel posto un minuto di più. Sembrava che Emma avesse voglia di visitare qualche altra bancarella, ma acconsentì e tornarono a casa.
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